The Niro, Circolo degli Artisti, Roma [22.04.2008]


[pics by dufresne]
Per chi se lo stesse chiedendo: no, non lavoro al Circolo (uno dei pochi posti che organizza eventi musicali interessanti). I biglietti li pago, poco, ma li pago.
Se poi l’occasione è quella di vedere dal vivo The Niro, allora scrupoli sui soldi non te ne fai proprio. Davide Combusti torna nella sua città e mostra a tutti i presenti che di ordinario in lui c’è ben poco. Vabbè, ‘sta banalità scontata, giocando con il titolo del suo primo EP, l’avranno detta un po’ tutti, ma non ho resistito. Merita come minimo ammirazione, un ragazzo non ancora trent’enne che si è esibito persino all’Auditorium, al quale viene spesso accostato il nome di Jeff Buckley (mica Little Tony), che ha suonato con musicisti dai nomi altisonati in giro per il mondo e che si presenta su un piccolo palco, che ha calcato già molte volte, con un’umiltà spaventosa. Roba che un pincopallo qualsiasi se le tirerebbe più di Manuel Agnelli. Invece lui, come fosse la cosa più normale del mondo incantare un’intera folla di persone incredule per tanto talento, se la cava con i suoi grazie pronunciati in un modo che rivelano tutta la sua timidezza, così in contrasto con la sicurezza che mostra quando suona, e che ti spingono a desiderare di salire sul palco per abbracciarlo. Senza tralasciare il fatto che uno che si sceglie come nome d’arte così geniale, meriterebbe di vendere milioni di dischi. Un concerto perfetto, per la cura degli arrangiamenti, per la grinta, per i musicisti bravissimi che lo accompagnano e per le emozioni che ti sconvolgono dentro. È irresistibile quando, nella sua inconfondibile posa occhi-al-cielo e le sue dita che corrono veloci e precise su quella chitarra, tira fuori una voce profonda e modulabile che ti lascia a bocca spalancata. Tu, sotto il palco, ti rodi d’invidia. E salti di gioia.

2 commenti:

Anonimo ha detto...

Caro Giacometto, ammetto che prima di leggere il tuo post, conoscevo The Niro solo di nome (letto su di un cartellone in Facoltà).Grazie all'abilità nel raccontare le tue esperienze musicali, frutto di competenza e sconfinato amore per la musica, ho ascoltato il giovine ragazzo con la chitarra e,ovviamente, me ne sono innamorato!La prossima volta che andrai in giro per concerti, mi attaccherò a te (scegli tu dove...)e non ti mollerò fino a inizio concerto! W Giacometto e chi lo creò.

Anonimo ha detto...

oh peto, sempre troppo buono... non me li merito tutti questi complimenti.

mamma dice che mi ha creato dio. quindi, per proprietà transitiva, tu.
posso chiamarti papà?