Oylem goylem

Moni Ovadia è l’uomo più vicino alla Verità che io conosca: ebreo ma laico, socialista ma libertario, permeato di cultura yiddish e per questo divinamente ironico, ma soprattutto odiato dai nazionalisti israeliani e da Hamas.

Baby, can you feel it?

Tra un asteroide che ci sfiora, la Val Susa che ci infiamma e la politica che ci deprime, mi concedo la mia dose quotidiana di sorriso caramellato e lacrima finale, grazie a Glen Hansard e alla sua cover di Drive all night. Perché mi fa stare bene e in questi giorni un po’ così poco altro conta, altro che non sia la mia felicità.
E se la felicità è il fine ultimo, la sua ricerca può farci essere egoisti, perché semplicemente non sempre coincide con quella degli altri. Ma, cazzo, ne ho davvero bisogno, qualsiasi sia il prezzo. Anche se il mezzo è un po’ di indifferenza. Anche se è una parola che mi fa impressione a leggerla, mi fa incazzare a vederla e mi dà la nausea a sentirmela addosso.

In questi giorni nient’altro conta che non sia questa canzone. E i suoi abbracci.


Figli di Trota

Ma la contraddizione tra la secessione-secessione-vogliam-la-secessione-figa-la-secessione richiesta a gran voce e il contemporaneo desiderio di decentramento dei Ministeri Italiani, ovvero la volontà partecipativa nei destini di una nazione, non riescono veramente a vederla? Dai, non ci credo, fanno finta; devono per forza fare finta.
O forse soffrono solo di una folle devianza dalla realtà che confonde loro le idee? Potremmo anche conviverci tranquillamente ed ignorarli, oppure, di coscienza, fargli capire non è molto sano questo distacco dalla verità, con la loro ottusa difesa e bieca idolatria di presunti nobili ideali: le comuni origini celtiche, Alberto da Giussano, la nazione padana, il cazzo duro, il Dio cristiano, gli elfi. Tutte cose che nessuno ha mai visto.

Bozza nuovo header... prova, sà, sà, 1, 2, 3, prova, sà, sà

Only the brave die young


[The Artist Lives Dangerously San Francisco, 1938 - photo by John Gutmann]


Dopo aver pubblicato sul mio account Twitter questa minchiata, che ho creato in un momento di evidente gioioso cazzeggio, FI*T USA è diventata una mia "follower". Ma non si capiva che era una presa per il culo? Mah, saranno laureati in Scienze della Comunicazione...

Ultimamente invece qui latito e mi sforzo vigliaccamente di comprimere i miei pensieri in 140 caratteri, scrivendo come sempre cose inutili, ma, come se non bastasse, sacrificando anche la lingua italiana sull'altare dei 140 caratteri. Conosco parolacce più lunghe di 140 caratteri, per dire.

Se avessi più coraggio pubblicherei qui tutte le cose che mi vengono in mente e che accantono perché mi sento inadeguato (oppure sono loro ad essere inadeguate, non l'ho ancora capito). Tutte quelle parole che mi vengono in mente sotto la doccia e che poi, al momento di scriverle, perdono di peso, diventano leggere come una piuma e lascio volare via.
Se avessi più coraggio, vi farei leggere le poche cose che imprimo sulla carta, lì dove mi capita, qualsiasi cosa, il retro di uno scontrino, gli spazi bianchi nelle pagine coloratissime di una rivista, schizzi di parole che qualche volta diventano frasi che qualche volta sembrano frasi ma sono solo parole. Con tutta la carta che ho consumato, e che poi accatasto -un modo gentile per dire accantono- in questo periodo e che non ho per questo riciclato avrei potuto salvare metà foresta del Borneo: scusate orangutan.
Se avessi più coraggio dedicherei più tempo a metterle insieme per costruire qualcosa, qualsiasi cosa, anche senza valore, chissenefrega. Sarebbe comunque degna di essere diffusa, perché ho voglia di dirla e le parole strozzate in gola sono sempre un affronto alle orecchie di chi vorrebbe ascoltare.