Conoscere gente sul treno

Ci deve essere stato un momento in cui tutti hanno deciso che essere una persona socievole implichi avere tremila contatti sul proprio myspace o pagina di facebook. Fino ad arrivare a ritenere del tutto normale che, mentre tutti erano piegati sui loro pauerbuk, le uniche due persone che mi abbiano rivolto la parola siano stati due pericolosissimi niggaz (che no, non hanno sporcato o devastato il treno e non hanno cercato di vendermi nulla) che mi hanno tenuto compagnia durante il viaggio. Ed al ritorno un bimbo cinese che ancora stentava nel camminare, ma, ne sono sicuro, farà progressi, che dall’altezza di Casalecchio fino a Firenze, che saranno tipo centoventi chilometri, si è messo a smanettare con i pulsanti che comandano la tendina elettrica, su e giù, su e giù, con il quale alla fine mi sono messo a giocare. A voi, grazie.

Dufresne vi insegna l'ita(g)liano

Ve lo siete mai chiesto il vero significato del verbo infognarsi? Noo? Mo ve lo spiega giacomino vostro (insieme al sig. De Mauro).

Help me play this song


La canzone più bella ed emozionante del duemilaotto. Con tre mesi d’anticipo. E sì, è una canzone TRISTISSIMA -se ne potrebbe parlare per ore sul perché le composizioni che suscitano malinconia siano anche le più belle-. Una canzone struggente che non è contenuta in nessun disco e che probabilmente non lo sarà mai. Un caso, o forse no. C’è tutto un mondo dietro, c’è la storia di un’amica che non c’è più, ci sono un sentimento ed un’emozione che non si possono mettere in vendita. Ma condividere, sì.

Conor Oberst, Breezy [mp3, live @ 400 Bar w/ The Mystic Valley Band]

Il sorpasso


Venerdì e sabato, sarei dovuto essere qui. E ieri dai Notwist. Ma ho preferito mettere la freccia, accostare a destra e tirare il freno a mano. Per vedere poi sfrecciare la vita alla mia sinistra. Mi sembra abbia anche fatto il gesto delle corna. Ma non ne sono sicuro, ero distratto, già con la mente da un’altra parte. Un lavoro da portare avanti ad ogni costo (precisamente quello del mio misero stipendio), il dirittodeglientilocali da studiare e la spesa da fare. La stanchezza, non solo fisica, si è fatta finalmente sentire.

Someone Still Loves You Boris Yeltsin, Rashomon Club, Roma [25.09.2008]

Leggero, nel vestito peggiore. Il solito: converse, felpa, spillette e brit-frangetta. Ed il solito numero di partecipanti che mi ritrovo spesso intorno. Saremmo stati dieci-quindici. No, dai scherzo: eravamo in trenta (ed ho il sospetto che alcuni fossero loro amici).
Nonostante abbiano scelto il nome più geniale ed originale degli ultimi anni, alla fine alcune canzoni dei SSLYBY tendono, se presentate dal vivo, ad essere molto simili. Ma questa sera non è poi così importante, perché riescono a farmi sentire leggero, come la loro musica, e ad allontanare tutti i pensieri che ultimamente mi rovinano alcune giornate.
Si presentano a due metri dal mio viso con la chitarra più bella del mondo -una telecaster- ed un aspetto che mi fa pensare abbiano non più di ottant’anni in quattro. Io mi rodo d’invidia, per la sei corde e per l’età ancora piena di futuro che si portano appresso. Ma è proprio tutto questo e l’ingenua euforia che sprigionano ad ogni nota a farmeli adorare. E poi sono di Springfield. Ve l’immaginate che (s)fortuna? da dove venite? da Springfield… e giù con le scontate battutone sui geniali omini gialli, ogni santa volta, ne sono sicuro. Io lo farei. Ma il punto è: perché mi ostino ad andare ancora a questi concerti? La prima risposta la sapete tutti e non è il caso di ripeterla, la seconda è che la musica è sicuramente la forma d’arte che più riesce a ricamare nel mio animo entusiasmo. Può bastare?

Segue fotina della serata.