Someone Still Loves You Boris Yeltsin, Rashomon Club, Roma [25.09.2008]

Leggero, nel vestito peggiore. Il solito: converse, felpa, spillette e brit-frangetta. Ed il solito numero di partecipanti che mi ritrovo spesso intorno. Saremmo stati dieci-quindici. No, dai scherzo: eravamo in trenta (ed ho il sospetto che alcuni fossero loro amici).
Nonostante abbiano scelto il nome più geniale ed originale degli ultimi anni, alla fine alcune canzoni dei SSLYBY tendono, se presentate dal vivo, ad essere molto simili. Ma questa sera non è poi così importante, perché riescono a farmi sentire leggero, come la loro musica, e ad allontanare tutti i pensieri che ultimamente mi rovinano alcune giornate.
Si presentano a due metri dal mio viso con la chitarra più bella del mondo -una telecaster- ed un aspetto che mi fa pensare abbiano non più di ottant’anni in quattro. Io mi rodo d’invidia, per la sei corde e per l’età ancora piena di futuro che si portano appresso. Ma è proprio tutto questo e l’ingenua euforia che sprigionano ad ogni nota a farmeli adorare. E poi sono di Springfield. Ve l’immaginate che (s)fortuna? da dove venite? da Springfield… e giù con le scontate battutone sui geniali omini gialli, ogni santa volta, ne sono sicuro. Io lo farei. Ma il punto è: perché mi ostino ad andare ancora a questi concerti? La prima risposta la sapete tutti e non è il caso di ripeterla, la seconda è che la musica è sicuramente la forma d’arte che più riesce a ricamare nel mio animo entusiasmo. Può bastare?

Segue fotina della serata.

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