Eddie Vedder è il mio co-pilota

Un bagno di sangue. È con quest’espressione un po’ ansiogena e che non lascia, come dire, molto spazio all’ottimismo che il mio collega preferito ama descrivere i periodi lavorativi più difficili e densi di impegni. Quelli che devi lavorare anche il sabato e la domenica a casa e la sera fino alle otto-e-mezza.
Se ve lo stesse chiedendo (ma ve lo state chiedendo?), sto scrivendo poco da queste parti per alcuni buoni, ma non sani, motivi. Ok, ‘sta scusa non regge più, perché in fondo dieci minuti ogni tanto li potrei pure trovare. Ma sono stanco e quando sono stanco sono anche poco comunicativo. Il massimo l’ho raggiunto negli ultimi tre mesi, quando il programma è stato il seguente: lezione all’università dalle 8 alle 10, in ufficio dalle 10.15 alle 19.30, conclusione di serata con l’invio di sette mail ai docenti, alle quali riceverò risposta, se va bene, a due.
Ecco, vi racconto tutto questo solo per far sapere ai miei lettori, estimatori o detrattori che siano -figure che entrambe confluiscono nell’unica persona che legge e commenta i miei post, la quale ha però, badate bene, una personalità multipla, quindi potrei affermare con un malcelato orgoglio che mi leggono abitualmente almeno in due…-, che verranno tempi migliori e voglia di scrivere ed allora non avrete più scuse per non passare da queste parti.

Sì, vabbè, ed il fine settimana? Il fine settimana c’è da studiare, ovvero quello che non riesco a fare durante tutti i giorni. E come se non fosse sufficientemente difficile trovare il tempo per farlo, considerando anche che ho una capacità di concentrazione degna di un sedicenne assuefatto alla playstation, mi inseriscono pure certe immagini nei libri di testo come quella che vedete all’inizio del post. Vi ricorda qualcosa?

Sì, vabbè-again, ma il titolo del post? Beh, vorrà pur dire qualcosa se ogni mattina calcolo il tempo che mi separa dall’università al lavoro e studio il percorso in modo tale da far coincidere l’arrivo con il mio lettore mp3 che sibila nelle cuffie before i disappear/whisper in my ear/give me something to echo/in my unknown futures ear/my dear/the end/comes near/i’m here/but not much longer.