Oggi un Dio non ho (oddio, ho citato Raf)

Vabbè, la storia la sanno più o meno tutti, quella dei bus a Genova con le scritte dell’UAAR, che in realtà non si leggeranno mai, ora lo sappiamo. Riguardano Dio. Dio, rigorosamente maiuscolo, ché dicono sia un tipo piuttosto incazzoso; una volta ha ucciso tutti i primogeniti in Egitto, non credo si faccia degli scrupoli con un blogger ormai non più tanto giovane.
La questione è semplice, o meglio piuttosto complessa, però risolvibile in poche mosse.
Tecnicamente ogni panegirico e apologia della sua esistenza ha la stessa -nulla- validità di quella di chi si impegna a dimostrare il contrario. Per pura e semplice logica, dimostrare l’esistenza o l’inesistenza di Lui (non lo nomino più invano, perché a quanto pare si fa rodere pure così, oh, mica solo voi potete essere permalosi) è ugualmente impossibile. Però ho sempre anche pensato che l’onere di dimostrare l’esistenza di qualcosa sia di chi la sostiene. Confutare poi quelle affermazioni sarebbe il compito gravoso di un ateo. Io, da buon agnostico, me ne tiro fuori. Comodo, vero?
Certo, le prove della non-esistenza sarebbero molto più evidenti e sotto gli occhi di tutti, ogni giorno. Ma dicono che esista un disegno divino a noi incomprensibile e che le sofferenze terrene siano solo un passaggio verso la vita eterna. Il problema è appunto questo: il farsi condizionare l’esistenza da una regola, una condotta di vita incerta perché espressa dall’uomo (nella migliore delle ipotesi, ma indimostrabile, dalla volontà divina espressa attraverso l’uomo). È questo il più grande ostacolo per il non credente: l’uomo.
Di sicuro non esiste il dio degli uomini. Con tutte le guerre, saccheggi, violenze, privazioni inflitte in suo nome. Quindi questo vuol dire che qualsiasi confessione religiosa, ed ogni chiesa che da essa è nata, non possiede basi solide. Per basi solide intendo la Storia.
Il vero problema è sapere se esiste l’entità che l’ha creato e che parla a suo nome, nel modo retto o meno che sia.

Credo (strana parola usata in questo contesto, vero?) che anche la celebre
scommessa di Pascal -e da alcuni citata in questi giorni- (conviene credere in Dio, perché: - se Dio esiste, si ottiene la salvezza; - se ci sbagliamo, si è vissuto un’esistenza lieta rispetto alla consapevolezza di finire in polvere) si possa ormai rovesciare. Pur se da un punto di vista puramente edonistico. Non conviene credere in Dio, perché: - se esiste, è molto probabile che si vada dritti all’inferno se non si vive la propria vita secondo dogmi e regole altamente invalidanti; - se ci sbagliamo, si è vissuto un’esistenza molto poco lieta, viste le privazioni alle quali ci siamo sottoposti in suo nome.
Perché, non fate gli ipocriti, secondo tutte le religioni del mondo molti comportamenti ai quali siamo soliti abbandonarci ci spedirebbero direttamente tra le fiamme od in qualsiasi altro modo sia immaginato l’inferno. Mi vengono in mente soprattutto quelli di natura sessuale. Anche scopare per puro piacere, in un atto non diretto alla pura procreazione, quindi in ogni posizione voi amiate contorcervi con il vostro partner. O da soli. O con il vostro cane.
Io sarei condannato dall’età di undici anni. Quanto seme ho disperso. E “per fortuna” che non sono omosessuale (anche se giro con la tracolla, no, non lo sono), altrimenti, probabilmente, non ascolterebbe neanche il mio vigliacco pentimento in punto di morte.
Per non parlare delle innumerevoli volte in cui l’ho bestemmiato, mandato affanculo mio padre, desiderato la donna d’altri, etc… eppure, almeno quelli che mi conoscono, sanno che non sono un mostro. Almeno loro lo sanno, e a me questo basta.
Però la smetto qui, non vorrei esagerare e farmi trasformare per la mia presunzione da un dio vendicativo a caso in un qualche essere con il busto umano, la coda di cavallo, la faccia da rospo e le zampe di caprone. Però, prima di concludere il post un’altra cosa la vorrei scrivkendchoudghpui…



- Senta Dio, quando ho iniziato con l’onanismo non sapevo neanche il significato della parola, quindi non è colpa mia, ero piccolo e ingenuo. Poi, poi, lo sa, è difficile smettere, e così…
- Ma fammi il piacere, guarda che Io c’ero. Me lo ricordo il prete che vi parlava di masturbazione e ve lo piegava nella teoria e nella pratica. No aspè, quello era un altro…
Comunque sia, come la giustifichi allora la tua insana passione per la fellatio?
- Ehm, cosa sarebbe?
- Dai, che non lo posso dire…
- Ho sempre studiato, ma il latino, lo sa meglio di me, è sempre stato il mio punto debole…
- Mi stai prendendo in giro? Ti ho sentito scherzarne con gli amici…
- Ah, giusto. No, veramente, è solo perché è il miglior contraccettivo… (dufresne comincia a sudare)
- È vietato anche quello. E poi, ti ho già avvertito, non prendermi in giro.
- Ah… (dufresne comincia ad intuire l’origine di cotanto calore: le fiamme)
- E come la mettiamo allora con il sesso anale?
- Sbagliavo buco. Sono uomo, quindi imbranato, giusto?
- Guarda che mica sono una femminista, mi volevi veramente imbrogliare con questi mezzucci? Questo è l’ultimo avvertimento.
E comunque non ci sono giustificazioni plausibili e possibili per il tuo uso del preservativo. Di quello non potevi non accorgerti!
- Beh, si ricorda di quella sua legge
Non disperdere il seme?
- Sì, comunque è un Comandamento. E poi ne hai scritto anche nel blog, quindi vieni al dunque.
- Ah, legge il mio blog, mi fa piacere, che onore! Qual è il post che preferisce?
- L’ho letto solo perché leggo tutto e so tutto, non ti montare la testa. E vieni al dunque, che mi sto innervosendo e comincio a sentire caldo.
- Ok, ok (per dufresne in questo momento
sentire caldo è più che latro un eufemismo)…
Dicevo, quella sua leg… comandamento, quello del seme, dice di non disperderlo, no?
- Sì, e allora?
- Lo conservavo nei preservativi…
- Zac!
- Hndw chur hnenchj nruioehn!?

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