Camera (Wilco cit.)

[...] Allora, forse, tutta la sua vita, il suo essere separato, non è altro che, come aveva compreso perfettamente Thomas, che una elaborata messa in scena della propria, inestinguibile, volontà di svanimento; la spettacolarizzazione di un complesso di colpa, di un'angoscia che lui ha sentito forse fin dal primo giorno in cui ha aperto gli occhi al mondo, e cioè che non sarebbe mai stato felice. E questo senso di colpa, per essere nato, per aver occupato un posto che lui non voleva, per l'infelicità di sua madre, per la rozzezza del suo paese si è dislocata in un mondo separato, quello della letteratura, permettendogli di sopravvivere, anche di gioire, ma sempre con la consapevolezza che mai la pienezza della vita, come comunemente la intendono gli altri, sarebbe stata sua. Il senso di una sottrazione primaria, probabilmente è questo che l'ha spinto al punto in cui è ora. [...]

Camere Separate, Pier Vittorio Tondelli


Letto in poche ore, cosìtuttodunfiato. Una meravigliosa storia sull'amore vero, sul sentirsi vulnerabili, sulla perdita di un amore e sull'incapacità di andare avanti e lasciarsi trasportare come una foglia dalla corrente... Tutto quello che ero e non sono più. Quello che siamo un po' tutti.

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