Pagherete tutto e pagherete caro


C’è chi sognava e si batteva affinché gli interessi delle grandi multinazionali non fossero più responsabili di osceni giochi di potere sulle spalle dei popoli. Ma è ancora così.
Poi ci sono gruppi che celebrano gli eroi e mi colpiscono con una canzone, anche se anni dopo è come se avessero scritto solo quella. Del resto vivo benissimo senza. È sempre stato così. Come con certi scrittori: leggo un libro, mi ci perdo dentro, poi sfoglio le pagine del successivo e puff, la magia svanisce. Però alcuni scrittori -che riversino le loro parole in un libro o le declamino su una base musicale non fa alcuna differenza- hanno almeno il merito di accendere milioni di sinapsi nel mio cervello (ne ho milioni? mah, qualcuna/o avrebbe da ridire, spero non lo faccia nei commenti), quelle che scatenano l’amore, la nostalgia, la malinconia, la felicità, la rabbia. La rabbia. Quando ascolto questa canzone l’ira mi avvolge, il respiro si fa veloce e affannoso anche da fermo, ché fermo non vorrei essere. Agire. Andiamo, cambiamo questo mondo di merda. Proprio come con i sentimenti da supereroe che si alimentarono in me quando da piccolo vidi per la prima volta Batman. Ciao mamma, vado a lottare per la dignità e la giustizia. L’indignazione mi guiderà verso un mondo migliore. Almeno fino a quando per strada liquiderò ancora un volta con un “no, mi dispiace, ciao” il fratello nigeriano che vorrebbe solo due spicci, lasciandomi scavare dentro una fastidiosa sensazione che è come se fosse, in agguato, come sempre, la paura di morire.

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