Me, lei, quando (non tutti i periodi sono un soffio d’oro, ma questo cos’è?)


Quando sto così bene con lei, vorrei che il mondo finisse in quel momento: staremmo per sempre lì, in quell’attimo congelato nel tempo, senza certi giorni che fanno il giro e ricominciano non contenti di averti fatto già del male.

Quando è autunno e le foglie cadono, lei è un alito di vento che le solleva, le fa volteggiare in aria fino a farle riattaccare ai rami, come un ritorno alla vita: lei è le foglie nuove a primavera.

Quando siamo lontani, ci chiamiamo e ci rincorriamo, come fanno tutti, già, ma questo è il mio pensiero per lei. E noi siamo più veloci, scusate.

Quando sto per addormentarmi, penso a quanto sarebbe bello se, per una volta, la vita fosse così facile e calda come il mio abbraccio che la avvolge.

Quando sbaglio faccio le cose in grande: errori rossi da mettermi, molti blu, ma con quelli che la fanno soffrire strappo il foglio e ricomincio da capo. Finché lei vorrà che ci siano pagine che rimangono sul quaderno. Io, per paura, non chiedo di contarle.

Quando penso che ho molti interessi, mi sforzo di fare tante cose, poche mi riescono, molte altre no e vabbè. Tutto molto bello. Ma la cosa che mi fa sentire veramente vivo e felice è farla ridere. Tutto il resto è un contorno alla vita, perché sono vivo quando la faccio ridere, così vivo che muoio quando non ci riesco. Perché quando la faccio ridere, faccio anche pugni con Dio per stabilire chi abbia creato la cosa più bella e splendente. Vinco sempre io. Carta batte sasso, forbice batte carta, sasso batte forbice, la sua risata batte Dio.

Quando siamo due continenti alla deriva, in realtà ci stiamo avvicinando, ci scontriamo, creiamo montagne insormontabili. Ma poi le scaliamo, sempre. Scivoliamo, ci teniamo per mano, io tiro la corda, attenta qui c’è il giaccio, si scivola, ecco la vetta, dai che ce la facciamo, mettiamo la bandiera dove c’è solo sole e nient’altro che le nostre ombre. Ce l’abbiamo fatta, anche questa volta. Anche se sarà già la millesima, non mi stancherò mai di provarci.

Ho tutti questi ricordi di noi due insieme. Ne potrei riempire venti ceste, ma non baratterei mai con l’acqua nel deserto neanche quelli brutti.


Mi stai leggendo? Ecco, allora posso rivolgermi direttamente a te.

Quando ci scontriamo, poi sei silenziosa. Così penso sempre alle migliori parole che abbia mai letto, che sono puro amore: a penny for your thoughts. E puntualmente lo cerco nelle mie tasche. Se solo lo trovassi, riuscirei ad esaudire ogni desiderio per quei momenti che non vuoi parlarmi, tanto non ci sarebbe bisogno di parlare: vorrei che mi ascoltassi come fai con la tua canzone preferita, vorrei che mi leggessi dentro come fai con il tuo libro preferito.

Quando sei via per alcuni giorni, dormo sempre dalla tua parte del letto. Ma non lo rifaccio mai.

Ora lo sai.

Mi perdonerai anche questo?

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