Beati gli uomini che non hanno bisogno di eroi (Bertold Brecht)


L’amore può essere rappresentato in un quadro di Munch o decantato nei versi di Keats.
Si può pensare, guardare all’amore attraverso quella foto di noi due vicini.
O nei tulipani che ti ho regalato.
Io l’immagino in questo momento legato a doppio filo con un disco dei Nada Surf. L’ultimo. Rappresentano il mio bisogno di leggerezza. Proprio quello che di più bello regala l’amore: leggerezza e spensieratezza.
Ora sono i miei eroi. Di quelli che sono belli e muoiono giovani, eh.
Ora, che iddìo (?) li abbia in gloria e li aiuti a campare cent’anni, perché ho fame delle loro liriche e della loro musica che mi culla e che mi mette le ali. Tutto insieme.
Quasi come un suo sorriso.

La mia ipotesi, spalleggiata dalla stanchezza, era che non sarebbe mai arrivato l’amore vero. Quello più felice, intenso e destinato a durare.
E aspettavo un qualcosa che, senza agire, non si sarebbe mai presentato. Il momento che senti cadere il vento dalle tue vele. Ma il tempo è stato clemente con me.
È una di quelle pagine della vita da aggiungere alla mia pressoché infinita lista che riporta il nome di “eventi nei quali non speravi quasi neanche più ed invece, come al solito, ti sei dovuto ricredere, coglione!”.
L’amore lo si può celebrare anche così.

Sono due anni che non piove.

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